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L'Opinione
26/08/2015
Expo: i tarocchi alimentari e gli investigatori della purezza toscana

Gli “orrori dell’Expo” - chiamati così perché li mette alla berlina proprio la kermesse milanese - sono il Chianti svedese, che a supremo disprezzo della tradizione è vino bianco e non rosso come il principe dei toscani, e il Salami - sì, proprio con la “i” finale - prodotto in Canada.

Ma sono molti altri ancora i casi di tarocco scoperti dagli investigatori della purezza toscana. L’elenco si aggiorna continuamente, la lista dei prodotti frodati è sempre più lungo. Ai falsari del buon gusto basta cambiare una vocale per richiamare prodotti della tradizione e ingannare il consumatore che così cade nella trappola. Ed ecco allora, ad esempio, la “finocchiono” (con la “o” finale) o la “palenta” (con la “a” come seconda lettera).

Per l’ennesima volta è Coldiretti a stilare la lista dei prodotti “sfregiati” che minano e danneggiano l’identità del Made in Tuscany nel mondo. Stavolta l’associazione dei coltivatori ha messo in mostra gli “orrori” nella vetrina internazionale di Expo: sono fantasiose e imbarazzanti interpretazioni di piatti e prodotti falsamente toscani ed italiani.

In questi anni Coldiretti di “brutti esempi” ne ha scovati tanti in giro per l’Italia. Ha beccato, sempre per restare nel territorio dei vini, nella Napa Valley il Chianti tarocco ed il sangiovese “Tuscan Moon”, oltre al kit per pseudo Chianti in bustina venduto online.

Uno accanto all’altro, sui banchetti dello stand dedicato da Coldiretti, ecco i tarocchi. Portarli ad Expo ha un significato speciale. Si vuole mettere in guardia il pubblico internazionale: Attenzione, questi non sono prodotti toscani.

Ecco, allora, il “Toscano”, salame fatto in qualche paese sconosciuto degli Usa, il “Fennel Pollin Saleme” venduto in accoppiata al vino, ancora “toscano”, la “Palenta” prodotta in Serbia, la “Finocchiono”, tentativo di imitare il successo della Finocchiona oggi diventata Dop.

E poi l’olio extravergine che sfrutta immagini e riferimenti della toscanità, come Firenze, per commercializzare olio che è la somma di miscele provenienti da paesi europei.

Pesante l’attacco ai formaggi. I principali siti di e.commerce sono pieni di prodotti taroccati: si va dal Tuscan Cheddar prodotto nel Queensland (Australia), al pecorino “Tania” (Toscano Sheep’s Milk Cheese) venduto su Amazon e prodotto in Ontario, fino alle patatine “Tuscany Three Cheese.

I nostri sono monumenti del gusto - ha detto Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana, alla settimana del Made in Tuscany nel Padiglione Coldiretti - che vengono danneggiati, imbrattati e ridicolizzati.

A differenza di quanto avviene per moda o tecnologia, a taroccare il cibo italiano non sono - precisa la Coldiretti - imprese di Paesi poveri, ma soprattutto di emergenti o più ricchi a partire proprio dagli Stati Uniti e dall’Australia, da dove arriva il Parmesan con il marchio Perfect italiano.

Sul sito ufficiale di Masterchef Australia si trova la “Pasta con mais, erbe e Parmesan”. La situazione è ancora molto più grave negli Stati Uniti dove il 99% dei formaggi di tipo italiano è realizzato in California, Wisconsin e nello Stato di New York, nonostante i nomi richiamino esplicitamente le specialità casearie più note del Belpaese.

Di Maurizio Bologni, redattore di Repubblica presso la redazione di Firenze:

l'articolo è tratto dall’edizione del 19 agosto di Repubblica Firenze