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Si è tenuta presso l’Auditorium “Machiavelli“ di ChiantiBanca, sabato 5 marzo, un’interessante iniziativa che ha coinvolto i giovani studenti delle scuole dell’Istituto Comprensivo di San Casciano e dell’istituto Comprensivo di Impruneta.
Il tema sviluppato è stato “Impariamo che gestire beni confiscati alla mafia è davvero… un’impresa. La scuola incontra due imprese speciali”, manifestazione promossa da Libera Associazione Onlus “Emanuela Loi” di Sant'Andrea in Percussina, presidio nato nel comune di San Casciano nel 2011 che si occupa dei vari aspetti riguardanti la legalità, contrasto e lotta alla mafia.
Graditissimi ospiti i rappresentanti di due Cooperative: Le Terre di Don Peppe Diana Libera Terra di Castel Volturno, in provincia di Caserta (rappresentata da Massimo Rocco), e la Cooperativa sociale Libera-Mente di Partinico Cinisi, in provincia di Palermo (rappresentata da Francesco Costantino e Elena Ciracolo).
Presenti anche Sergio Serges responsabile regionale per i beni confiscati alle mafie, Grazia Mariani formatrice per il settore agro mafie, don Andrea Bigalli referente regionale di Libera, Marco Poli dirigente scolastico scuola di San Casciano, Silvia Bertone dirigente scolastico di Impruneta, Chiara Molducci assessoredel Comune di San Casciano. A introdurre il dibattito e moderatore, Massimo Torricelli membro di Libera Onlus “Emanuela Loi” Sant'Andrea in Percussina.
Gli studenti sono stati molto attenti ai vari interventi che si sono alternati, esperienze di vita e lavoro di recupero dei beni mobili, immobili e aziende confiscate. E’ stato rilevato anche, come esempio positivo, quello del Comune di Tavarnelle, che qualche mese fa ha assegnato quattro appartamenti confiscati alla criminalità organizzata a famiglie bisognose.
Sono stati inoltre mostrati anche dei video sullo svolgimento dei lavori all’interno delle cooperative. A fine presentazione sono stati gli studenti a fare le domande. Del tipo: dato che la mafia è forte, quando confiscate i beni, non avete paura che qualcuno vi faccia del male? Nel casertano le parole di don Peppe Diana le usate ancora come modello di vita? Di notte i campi sono lasciati liberi senza guardie? Cosa vi ha spinto a intraprendere questo cammino? Da dove è nata l’idea di formare le cooperative?
E ancora: visto il fenomeno dell’immigrazione, oggi c’è qualche immigrato che viene ad aiutarvi? Preferite aiutare le persone che hanno subito attacchi di mafia o aumentare la produzione? Come ci si sente quando si fa qualcosa per ostacolare la mafia?
Al termine i presenti hanno potuto gustare la squisita mozzarella de Le terre di don Peppe Diana.