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Ora che ChiantiBanca balla da sola pensare in grande diventa inevitabile, perfino in un panorama accidentato come il nostro. L'importante è guidare con prudenza.
Lorenzo Bini Smaghi (ospite ieri di una tavola rotonda su credito e impresa organizzato da Cna Siena, presente anche il segretario Sergio Silvestrini) negli ultimi giorni di svolte e grandi annunci sta lavorando su questo doppio binario: ex componente del board Bce, da un paio di mesi è il blasonato presidente dell'istituto di credito che da San Casciano Val di Pesa ha appena lanciato la sua way out. Fuori dall'ombrello della holding con cui il Governo vuole chiudere le Bcc.
Il sogno di una ToscoBanca sta diventando realtà?
Con l'aiuto di tutti, si può fare. Anzi, si sta facendo.
Come vive questa fase?
Con impegno e senso di responsabilità nei confronti dei soci. E anche con il sostegno dei dipendenti, che ho incontrato in settimana: hanno capito che questa è la via giusta per proseguire un percorso di successo e difendere le loro professionalità.
Il momento non è dei migliori...
Negli anni della crisi abbiamo continuato a erogare credito e registriamo sofferenze inferiori alla media. Non abbiamo paura né delle incertezze né delle sfide.
Ambizioni?
Vogliamo essere la banca di riferimento per la Toscana, con il cervello e le gambe nella regione.
Come intendete porvi con la realtà produttiva locale?
Le imprese toscane hanno bisogno di una banca che sia loro vicina sempre, non solo quando le cose vanno bene.
Le banche territoriali possono ancora portare vantaggi concreti, alla luce dei nuovi assetti finanziari?
Assolutamente. Le grandi banche si stanno ritirando dai territori e abbiamo nuove opportunità di sviluppo, proprio con le aziende toscane.
C'è un problema di credito che continua a tenere in ginocchio l'economia: le aziende lamentano erogazioni troppo selettive. Come si esce dall'impasse?
«Bisogna lavorare insieme, anche con le associazioni di categoria come la Cna. Abbiamo creato nuovi prodotti: i finanziamenti con garanzia consortile accessibili a tutte le aziende toscane, con una durata di istruttoria di soli 7 giorni lavorarivi. E ne stiamo preparando altri ancora.
E i risparmiatori cosa possono aspettarsi?
Abbiamo sempre distribuito dividendi ai soci e i nostri prodotti sono sicuri. Non abbiamo mai emesso titoli subordinati.
Eppure cresce il senso di sfiducia.
La fiducia è una cosa seria. Noi ce la siamo guadagnata. Non bisogna confondere l'esperienza negativa di altre banche con la nostra storia che dimostra che si puo fare banca in modo etico pure oggi.
Agnese Pini - QN 24 giugno 2016