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HO INIZIATO A LAVORARE NEL MONDO DEL CREDITO COOPERATIVO NEL 2010. Il mio percorso professionale si era sviluppato altrove, per oltre vent’anni. Mi dicevano che il salto sarebbe stato senza paracadute, un cambiamento importante, quasi stravolgente in termini di approccio e mentalità, che ci sarebbe voluto tempo – chissà quanto tempo – e capacità di adattamento non comune per entrare fino in fondo nelle pieghe della nuova realtà. Ma le sfide mi sono sempre piaciute: Papa Francesco dice che “una vita senza sfide non esiste” e Albert Einstein che “la vita senza sfide è una lenta agonia”.
Pochi giorni sono stati sufficienti per darmi la convinzione che la scelta era stata giusta e capire che il mondo della cooperazione, quello che definiamo il “nostro” mondo, è differente davvero e non solo a parole, come recitava una vincente campagna pubblicitaria che ancora oggi viene ricordata con immutato orgoglio.
Si parla di valori e di persone. Di rapporti e di conoscenza diretta. Di prossimità al territorio e di servizi “sartoriali”, cuciti addosso a seconda delle necessità. Di capacità di ascolto e di attenzione su tutto ciò che ci gira intorno. Si parla di numeri – non possiamo prescinderne – nell’ottica del pieno rispetto di chi ci ha affidato risparmi e inevitabilmente fiducia e non per andare a inseguire chissà quali utili da sbandierare. Si parla di clienti e si parla soprattutto di soci, la nostra vera forza, imprescindibile, che abbinata alle competenze – umane e professionali – dei nostri dipendenti costituiscono il vero valore aggiunto della nostra banca.
Il credito cooperativo è questo: persone che lavorano per le persone. La valorizzazione del capitale umano come elemento distintivo, il lavoro di gruppo e la condivisione degli obiettivi come motore per offrire quello che gli altri non possono e non sono in grado di proporre.
Un sistema sinergico di banche che “vanno oltre”, che sanno pesare fino in fondo i loro interlocutori. E la recente riforma cooperativa, con la costituzione di due Capogruppo che supportano l’operatività delle singole bcc e ne favoriscono i rapporti con qualsiasi soggetto, ci permetterà di affrontare senza scossoni l’inarrestabile evoluzione che sta investendo anche il mondo creditizio.
Più investimenti, più leve tecnologiche e innovative, più risorse a disposizione per stare al passo coi tempi, sempre mantenendo fede ai valori che ci hanno permesso di radicalizzarci sui territori, non perdendo l’identità.
E’ il filo conduttore di ChiantiBanca e del nostro modo di operare, di cui andiamo fieri e che detterà ogni scelta futura: continueremo a sostenere con forza le comunità, le famiglie, le piccole e medie imprese, gli artigiani che rappresentano le eccellenze di un territorio che il mondo ci invidia. Saremo una presenza silenziosa – di “basso profilo”, prendendo in prestito una frase cara al nostro presidente, che mi trova perfettamente allineato – ma costante, faremo la nostra parte senza esitazioni specie nei momenti di difficoltà, come è successo durante i mesi terribili di pandemia: oltre alle diecimila moratorie concesse per un miliardo complessivo di controvalore, mi preme sottolineare il milione riversato sul territorio nel 2020 sotto forma di sponsorizzazioni, contributi e beneficenza, cui ha fatto seguito un analogo trend nel primo semestre del 2021.
E proprio in riferimento al primo semestre dell’anno, ho il piacere di rendervi partecipi che i numeri di bilancio continuano a volgere sempre più al positivo, nel solco del percorso tracciato, ormai da anni, del pieno consolidamento di ChiantiBanca: al di là dell’incoraggiante chiusura del conto economico che presenta un utile netto di 6,6 milioni, mi preme sottolineare il costante miglioramento del profilo creditizio – con particolare attenzione ai crediti non performanti (npl ratio sceso dal 12,03% all’11,84%) e al tasso di copertura del credito deteriorato (dal 51,98% al 53,21%) –, la crescita del patrimonio a 211,9 milioni (+2,46 rispetto alla chiusura dell’anno) e l’accelerazione del margine di interesse (+ 13,7% rispetto al 30 giugno 2020) che testimoniano lo stato di salute della nostra banca. La crescita registrata dalla raccolta complessiva (con un incremento di oltre 160 milioni rispetto al 31 dicembre), del numero di soci (28.400) e di clienti (oltre 110mila) confermano la fiducia riposta in ChiantiBanca, leva fondamentale per cercare di fare ancora di più e ancora meglio per i nostri territori.
Concludo ringraziando, uno per uno, i membri del Consiglio di Amministrazione, sperando di meritarne la fiducia concessami: prometto sudore, trasparenza e lealtà, qualità che ritengo essere – da ex sportivo – le basi di qualsiasi successo; e porgo un pensiero di cuore a tutta la mia squadra, sapendo che – senza scomodare paragoni illustri – un uomo solo può essere al comando ma per arrivare lontano non si può prescindere dall’affiatamento di un gruppo.
Autore: Maurizio Farnesi - Direttore Generale ChiantiBanca